Non so se l’avete notato ma mi è sembrato che mai come nel 2015 ci sia stato tanto parlare di generi, femminismo e ambiguità sessuale.

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Giusto l’altro giorno guardavo “Adam’s Rib”, con Katerine Hepburn e Spencer Tracy e mi sono stupita molto nel sentire parlare di diritti delle donne, cosa rara in un film del 1949 (tra l’altro molto carino, ve lo consiglio)

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Vado ad elencarvi quello che ho notato l’anno scorso:

Quella piccoletta di Ariana Grande si è fatta (giustamente) sentire durante un’ intervista dove le sono state poste domande parecchio sessiste

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Beyoncé continua a dichiararsi femministabeyonce

e le celebrities hanno detto la loro sull’argomento, come Lorde intervistata da Lena Dunham per Dazed&Confused, e tante altre

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Jennifer Lawrence ha alzato la voce con gli Studios dicendo che vuole guadagnare allo stesso modo dei suoi colleghi maschi, e spiegando la sua idea nella newsletter di Lena Dunham, Lenny Letter

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Persino una modella, Magdalena Frakoviak, si è ribellata alla domanda di un giornalista nel backstage della sfilata di Victoria’s Secret (minuto 0,45), che a suo parere la faceva sembrare una stupida

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Mentre Kristen Stewart e Jesse Eisenberg hanno messo in piedi una finta intervista per fare vedere come alle attrici donne vengano chieste cose stupide e private mentre agli uomini si chieda solo del loro lavoro

Tanti giornali come Dazed&Confused e Rookie hanno parlato di femminismo:

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E ne sono nati di nuovi completamente dedicati a questo tema

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Come Girl Gang Mazagine, fondato dall’autore  di
illuminatigirlgang.com, Gabby Bess

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Ci sono stati Marchi di lingerie che si sono rifiutati di seguire gli standard predefiniti

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E sono nati account online che prendono per i fondelli gli uomini prendendo come esempio cose che di solito vengono dette dalle/alle donne, come il fantastico Man who has it all

ARTE

La Biennale di San Paolo di Settembre 2014 è stata soprannominata “la biennale trans”, perché i temi principali sono stati basati sulla trasgressione e la transessualità

MUSICA

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Uno degli ultimi video della band canadese  sfuma i confini tra ruoli maschili e femminili, con il protagonista che si imbarca in un viaggio di esplorazione e di scoperta genere.

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STROMAE

Il musicista pop Stromae ha sovvertito gli stereotipi di genere  nel suo ultimo video “ Tous Les Mêmes”, diventando donna per metà

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CONCHITA WURST

La vincitrice dell’ Eurovision Song Contest nel 2014 è diventata un simbolo di uguaglianza e libertà artistica dopo essersi esibita all’evento indossando un abito da donna ma con una barba maschile

LIBRI

Ho fatto una piccola ricerca perché penso sia il caso che io mi educhi un po’ sul fenomeno femminismo, ecco quindi una bella lista di libri che potremmo leggere, appartenenti alle cosiddette “onde” del femminismo.

FIRST WAVE FEMINISM

Wikipedia mi dice che la prima ondata di femminismo è stato un periodo di attività femminista verificatosi tra la fine del 19 ° secolo e il 20 ° secolo in tutto il mondo, in particolare nel Regno Unito, Canada, Paesi Bassi e Stati Uniti. La prima ondata si è concentrata su questioni giuridiche, soprattutto volte a  guadagnare il suffragio femminile (il diritto di voto). Il termine “prima onda” è stato coniato nel marzo 1968 da Martha Lear sul New York Times Magazine

Simone de Beauvoir: The second sex (1949)

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Uno dei libri più famosi dell’esistenzialista del 900, “Il secondo sesso” è uno dei primi tentativi di affrontare la storia umana da una prospettiva femminista. Oggi molti considerano questo capolavoro non solo un  pilastro del pensiero femminista, ma della filosofia del ventesimo secolo in generale. Il Vaticano l’ha piazzato nella sula lista dei libri proibiti

SECOND WAVE FEMINISM

Il femminismo della seconda onda è un periodo di attività femminista iniziato nel 1960 negli Stati Uniti che si diffuse in tutto il mondo occidentale e non solo. Negli Stati Uniti il ​​movimento è durato fino ai primi anni 1980.  La prima ondata di femminismo si focalizzò principalmente sul suffragio e sull’eliminare gli ostacoli giuridici davanti alla parità di genere (ad esempio, il diritto di voto, i diritti di proprietà), mentre la seconda ondata di femminismo ampliò il dibattito ad una vasta gamma di temi: sessualità, famiglia, posto di lavoro, diritti riproduttivi e  disparità di fatto. Si parlò per la prima volta di violenza domestica, questioni stupro coniugale, divorzio.

Doris Lessing: the Golden Notebook  (1962)

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Un esame del movimento di liberazione della donna, tradotto in tantissime lingue e scelto da TIME magazine come uno dei migliori 100 libri inglesi dal 1923. E’ la storia della scrittrice Anna Wulf, i quattro quaderni in cui scrive tutta la sua vita e il suo tentativo di legarli insieme in un quinto, color oro.

Helen Gurley Brown: Sex and the single girl (1962)

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vi ho parlato qui sia del libro  del 1962 che dell’omonimo film (divertentissimo!)

Betty Friedan: The feminine mystique (1963)

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Altra autrice che come la de Beauvoir è stata considerate una delle responsabili dell’inizio del  “second-wave feminism” negli Stati Uniti. Nel 1957 le fu chiesto di condurre un sondaggio sulle sue ex compagne di classe dello Smith College in occasione della loro reunion dopo 15 anni. Ne trasse che la maggior parte di loro erano infelici della loro condizione di casalinghe e cominciò a fare una ricerca per quello che doveva essere un articolo ma che si tramutò in libro (anche perché nessuna rivista volle publicare il suo articolo, ai tempi)

Germaine Greer:  the female eunuch (1970)

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Uno dei testi fondamentali del movimento femminista, tratta la tesi di Germaine che la famiglia “tradizionale” di periferia opprima le donne sessualmente, e le devitalizzi, rendendole eunuche. Greer sostiene che il cambiamento deve avvenire tramite la rivoluzione, non l’evoluzione, che le donne dovrebbero conoscere ed accettare il proprio corpo, rinunciare al celibato e alla monogamia

Erica Jong: fear of flying (1973)

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Un trattato sulla sessualità femminile, raccontato attraverso la storia di una donna sposata che si sente intrappolata nel suo matrimonio e ha dei dubbi sul da farsi, se stare con il marito o lasciarlo per una presunta libertà, e allo stesso tempo cerca il suo posto nel mondo accademico e letterario. Il libro ha venduto più di 20 milioni di copie in tutto il mondo, fu una sensazione letteraria quando fu pubblicato nel 1973 e ha stabilito Erica Jong come una delle voci più importanti della sua generazione sul sesso e femminismo. Quasi quattro decenni più tardi, è ancora attualissimo

Renata Adler: Speedboat (1976)

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Libro cult della fine degli anni ’70 di Renata Adler, giornalista e critica. La storia è raccontata dal punto di vista Jen Faint, giornalista americana che abita a New York City, originariamente pubblicato a puntate sul New Yorker e ristampato a seguito di grandi richieste nel 2013. Quando uscì fu una vera e propria sensazione

THIRD WAVE FEMINISM

La terza ondata di femminismo inizia nei primi anni 1990 (il termine è stato coniato da Rebecca Walker nel 1992 in un saggio) e continua ad oggi. Il tema del femminismo si espande ad includere un gruppo eterogeneo di donne con un insieme diversificato di identità, abolendo aspettative di ruolo di genere e stereotipi.

NAomi Wolf : The Beauty Myth(1991)

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Questo testo del 1991 analizza il rapporto tra la crescente importanza sociale delle donne e l’ esigenze della società che si conformino a delle norme specifiche di bellezza: i disturbi alimentari sono aumentati in modo esponenziale, la chirurgia estetica è in altissima crescita, la pornografia è diventata la categoria multimediale principale e 33.000 donne americane hanno affermato che avrebbero preferito perdere da dieci a quindici libbre piuttosto che conseguire qualsiasi altro obiettivo. In termini di come la donna si sente, siamo messe peggio delle nostre nonne, oppresse e relegate in casa.

Rebecca Solnit : Men explain things to me (2014)

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Una raccolta di storie che parla di guerre di genere, Cosa non funziona nel dialogo tra uomini e donne (da questo libro è nato il termine “Mansplaining”, l’arte dell’uomo di parlare alle donne come se fossero deficienti solo perché non hanno il pene), l’influenza di Virginia Woolf sulle donne di oggi, il matrimonio omosessuale e tanti altri argomenti attuali.

Ellin Willis : The Essential Ellen Willis (2014)

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Vincitore del National Book Critics Circle Award , è un compendio di tutti gli scritti della giornalista, scrittrice, attivista e critica musicale durante i suoi 40 anni di carriera, dagli anni ’60 al 2000 , che affrontano questioni come la pornografia, la religione, il femminismo, la guerra, e la droga.

Caitlin Moran : How to build a girl (2014)

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Vi avevo parlato di Caitlin Moran qui e qui. Nel frattempo ho letto tutti i suoi libri tranne questo, l ultimo uscito, il prequel di “How to be a woman” che racconta di Caitlin da adolesente, una ragazza che si rende conto che i genitori non insegnano tutto quello che serve e che quindi bisogna trovare i giusti libri, le giuste canzoni e i giusti eroi per costruirsi un carattere. Già dalla descrizione del libro ho pensato “SONO IO!”. La mia adolescenza è stata una costante ricerca di tutto questo, nel cercare di capire chi ero e cosa volevo (processo che continua tutt’ora). Caitlin ha fatto cose leggermente più eccitanti delle mie (era una giornalista, frequentava rock star e pubblicava libri) ma il succo è lo stesso: una ragazza con la stanza piena di poster e con in tasca sempre un tascabile

Roxane Gay : Bad Feminist (2014)

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Amazon lo descrive come: “Una raccolta di saggi che abbracciano la politica, la critica, e il femminismo visti da uno dei giovani osservatori culturali più seguiti della sua generazione, Roxane Gay.”

Chimamanda Ngozi Adichie : We should all be feminist  (2014)

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In questo saggio adattatoa partire dal suo discorso TEDx tanto ammirato (guardatelo, è molto interessante e una parte di discorso è stata inclusa nella canzone “Flawless” di Beyonce nel 2013), Chimamanda Ngozi Adichie, pluripremiata autrice di Americanah, offre ai lettori una definizione unica di femminismo.

Alida Nugent : You Don’t Have to Like Me: Essays on Growing Up, Speaking Out, and Finding Feminism (2015)

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Nugent è un orgogliosa femminista e non ha paura di dirlo. Da come comprare la pillola del giorno dopo affrontando lo sguardo sprezzante del commesso al dipingersi una F rossa sul petto per una festa, questo libro tratta una serie di questioni culturali in modo divertente e brillante. Un libro attualissimo oggi come 20 anni fa, che ha reso la wolf la rappresentante di quell ache è stata poi descritta come la terza ondata del movimento femminista.

p.s mi consigliano di vedere un documentario del 2011 dove si parla di sessismo in America, “Miss Representation”, ecco il trailer

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29 Commenti

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  1. Jeanjer

    12/04/2018 alle 7:11 PM

    Grazie mille per il tuo articolo davvero ben fatto e raccontato. Sto facendo una ricerca per la tesi, dato che dovrò creare una “ipotetica” casa editrice tutta al femminile, e avevo proprio bisogno di alcuni libri importanti per il femminismo da inserire in una collana. Davvero un ottimo lavoro! Bravissimaaaa

    Rispondi
  2. Paola C

    10/07/2017 alle 9:07 AM

    adoro Chimamanda Ngozi Adichie, è una delle mie scrittrici preferite!! <3

    Rispondi
  3. iris

    12/02/2016 alle 11:13 PM

    consiglio anche un libro italiano sul tema: ancora dalla parte delle bambine della lipperini.

    Rispondi
  4. Becca

    12/02/2016 alle 1:24 AM

    Giulia, parli di femminismo e poi su snapchat dici “gli uomini sono delle fighette”. È importante stare attenti anche alla scelta delle proprio parole: il pensiero che traspare è che un uomo debole (in questo caso perché non regge l’attività sportiva) sia paragonabile a una donna in forma dispregiativa. Non è la prima volta che ti sento fare commenti su snapchat “poco femministi” e volevo segnalartelo 🙂 ci sono volte in cui anch’io mi rendo conto di usare delle espressioni velatamente sessiste e cerco di correggermi, sono talmente intrinseche nel linguaggio comune che le diciamo senza pensarci. Detto questo leggo il tuo blog con piacere e rido di gusto per i tuoi snapchat, non prenderla come una critica personale ma è piuttosto una riflessione, buona giornata!

    Rispondi
    • rockandfiocc

      12/02/2016 alle 9:29 AM

      ci ho pensato anche io riguardando il mio snap, giuro! Hai ragione e hai fatto benissimo a dirmelo, grazie. Sono così abituata a questi linguaggi che li uso io stessa.

      Rispondi
  5. Angelica

    10/02/2016 alle 8:16 PM

    Cosa pensate del fatto che in America le “femministe” (ossia quelle che credono che Carrie Bradshaw sia l’esempio della donnah arrivatah) vogliano riappropriarsi della parola SLUT, ossia essere fiere di essere SLUTS?
    A me sembra una cagata, onestamente

    Rispondi
    • rockandfiocc

      11/02/2016 alle 9:42 AM

      pure a me. Chiamarsi bitch e slut non mi sembra una cosa molto femminista

      Rispondi
  6. Gloria

    09/02/2016 alle 11:29 PM

    Se posso intervenire, ti consiglierei di leggere anche Judith Butler, soprattutto “Gender Trouble”. Per me è stato illuminante.

    Rispondi
  7. Dania

    09/02/2016 alle 12:43 PM

    Tutto super utile e interessante, grazie degli spunti.

    Sul giudizio tra donne, una riflessione: su snapchat mi pare, mi ricordo un tuo commento su magre/grasse se condo cui per te essere grassa era inconcepibile (o comunque qualcosa del genere) che cozzava parecchio con tante altre idee e spunti dei libri qui sopra, come “the Beauty MIth”.

    Ecco, quel commento (se sbaglio o ricordo male, dimmelo) non era stato il massimo del femminismo e della solidarietà tra donne.

    Non è una pulemica eh, solo una riflessione.

    Rispondi
    • rockandfiocc

      09/02/2016 alle 1:03 PM

      Non ricordo cosa ho detto, forse che è inconcepibile per me? Non ho un buon rapporto con il mio corpo quindi per me sarebbe un problema di sicuro. Nessun giudizio verso tutte le altre donne (o almeno spero di non avere mai giudicato)

      Rispondi
  8. Sara

    09/02/2016 alle 12:35 PM

    Ti consiglio il documentario MissRepresentation (probabilmente l’hai già visto) e il canale YT dell’associazione che l’ha prodotto https://www.youtube.com/channel/UC02Dm3kLY1fKA_lEOy_1OKQ

    Rispondi
    • rockandfiocc

      09/02/2016 alle 1:01 PM

      no non l’ho visto, grazie! Vado subito a dare un’occhiata

      Rispondi
  9. Erica

    09/02/2016 alle 10:24 AM

    <3

    Rispondi
  10. Luci

    09/02/2016 alle 10:03 AM

    Nonostante siano tutte tematiche che mi interessano, non riesco a definirmi femminista, perché purtroppo diverse volte ho visto e sentito alcune donne che si definiscono femministe, quindi fautrici della libertà di scelta della donna in tutti i campi della vita, puntare il dito contro quelle donne che liberamente hanno scelto strade da loro considerate “sbagliate”, vuoi perché scelgono di essere, non so, casalinghe, vuoi per il modo di vestire e apparire, vuoi perché sono contrarie alle quote rosa (come la sottoscritta che le ritiene, anzi, quasi una forma di discriminazione) ecc.

    Leggeró sicuramente alcuni di questi libri e li suggerirei volentieri a tutte quelle donne (e perché no agli uomini), purtroppo ancora troppe, che sulla carta parlano di uguaglianza uomo donna, ma poi danno giudizi sessisti e maschilisti nei confronti delle altre donne.

    Ps. Scusa per il commento chilometrico, ma anzi mi sono trattenuta, su certi temi la pesantona che è in me viene fuori!

    Rispondi
    • rockandfiocc

      09/02/2016 alle 10:51 AM

      In realtà, come dice Amy Poehler “essere femminista vuole anche dire non giudicare le altre donne. “Good for her, not for me””

      Rispondi
    • Quevedista

      09/02/2016 alle 2:50 PM

      Mi trovo d’accordissimo con il commento qui sopra. Il vero problema delle donne sono proprio le donne che non sanno più di esserlo o vogliano essere altro. Mi spiego meglio. Spesso, come può emergere anche da alcune delle frasi del post, si associa il femminismo a due soli aspetti: sesso e denaro. Ovvero, mi faccio quanta gente mi pare e non voglio essere “sottomessa” a mio marito/fidanzato/chicchessia, oppure dato che sono pagata meno di un uomo valgo meno di un uomo. Non so, a me sembrano molti discorsi “da uomo”. Come se sesso e denaro fossero le uniche due cose importanti della vita, o peggio ancora i metri di giudizio per darne un valore. Un certo tipo di femminismo secondo me ha fatto solamente confusione, non ha aiutato nessuno, nè uomini nè donne. Adesso non sappiamo più chi deve fare cosa. Intanto siamo punto e a capo, preoccupate dalle diete, dalla manicure, dall’ultima moda, da quant’è figa Beyoncè. A questo punto, preferirei di gran lunga vivere come viveva mia nonna!

      Rispondi
      • rockandfiocc

        09/02/2016 alle 5:22 PM

        verissimo! Credo sia uno dei motivi per cui è nato una sorta di contromovimento alla Costanza Miriano (che per me è estremista ma c’è un fondo di verità in quello che dice – se non hai letto i suoi libri te li consiglio, anche se ho praticamente imprecato per tutto il tempo della lettura) di donne che vogliono tornare a vivere come le nostre nonne. Sono personalmente preoccupata di me stessa, sempre a pensare a queste cose inutili come la palestra &co. mentre ci sono argomenti ben più importanti ai quali rivolgere le proprie energie (per esempio trovare lavori che paghino bene, uomini o non uomini!)

        Rispondi
        • Quevedista

          09/02/2016 alle 5:51 PM

          Ogni tanto lo penso anche io. Io sto intraprendendo la carriera universitaria e penso che sarei più produttiva se fossi un uomo per il semplice fatto che non dovrei depilarmi, truccarmi, piastrarmi, andare in palestra, essere almeno minimamente presentabile… Poi mi dico che sono donna e che devo trarne il meglio da quello che sono.
          Ho letto il primo libro della Miriano e, a parte la forma da giornalista che chiacchiera con le amiche che mi ha piuttosto infastidito, mi sono trovata d’accordo su molti punti. Secondo me è estremista nella misura in cui dice la verità. Che si sa, spesso può far male. Il secondo l’ha comprato il mio fidanzato ma non l’ho ancora letto. Mi frena un po’ il modo orripilante in cui scrive, ma so che devo superare questo ostacolo.
          Poi comunque ci dimentichiamo che stiamo parlando di persone. Se io penso alle mie nonne, mai mi verrebbe da dire che sono state sottomesse, tristi, ecc. Hanno avuto entrambe delle vite dure ma allo stesso tempo eccezionali.

          Rispondi
          • rockandfiocc

            09/02/2016 alle 9:13 PM

            mah, non saprei, una delle mie due nonne ha faticato parecchio senza mai un aiuto, senza poter lavorare e senza poter coltivare dei suoi interessi, cose alle quali non rinuncerei mai.
            Per la Miriano si, preparati perché il secondo nonostante il titolo è PEGGIO del primo! Mi veniva da scagliarlo lontano tutte le volte che leggevo ma mi sono segnata certi punti perché assolute verità, secondo me
            Io tutte le mattine e tutte le sere vorrei essere un uomo, ci penso sempre! Purtroppo non sono una di quelle che riesce a fregarsene ma devo dire che riduco al minimo i tempi per “farmi bella” perché mi sembra proprio di sprecare tempo prezioso

      • Annarella

        09/02/2016 alle 11:26 PM

        Certo che ritrovarsi a lodare un personaggio miserevole come Miriano proprio in un post in cui si dovrebbe parlare di femminismo…
        Rivendicare la questione sessuale e quella retributiva non significa fare discorsi *da uomo*, perdio! Nel primo caso perché lo slut shaming praticato persino dalle donne stesse la dice lunga su quanto ci (auto)censuriamo, nel secondo perché non voglio pensare esistano donne felici di lavorare gratis per tot giorni l’anno (e questo nel migliore dei casi ossia se la donna è bianca, altrimenti la percentuale sale fino a raggiungere la situazione delle donne ispaniche, che se non sbaglio sono quelle messe peggio).
        Tra l’essere ossessionate dalla palestra e vivere come le nostre nonne, poi, ne passa di acqua sotto i ponti! Ridurre tutto a un simile dualismo non solo è puerile ma è anche offensivo nei confronti di tutte le donne che sono arrivate a dare la vita affinché oggi potessimo star qui sedute a un pc con la possibilità di confrontarci. Oltretutto, mi piacerebbe sapere cosa ESATTAMENTE potremmo invidiare della vita dei nostri avi, considerato che saremmo prive di tutti quei diritti che a quanto pare stiamo dando per scontato.
        A ogni buon conto, lascio anche io il mio contributo, l’indirizzo di un sito che visito spesso: http://www.softrevolutionzine.org/

        Rispondi
        • rockandfiocc

          09/02/2016 alle 11:40 PM

          nessuno la loda ma ci sono dei punti nei suoi libri dove non ha tutti i torti, anzi. Per tutto il resto è una bigotta religiosa.
          Per il resto siamo d’accordo

          Rispondi
          • Alessandra

            10/02/2016 alle 2:26 PM

            Avresti voglia di scrivere un post o spiegare qui quali sarebbero queste verità della Miriano? Io ho letto diversi suoi post sul blog, su facebook e non ho mai trovato niente di condivisibile, quindi sono curiosa di sapere cosa ci sia di salvabile tra le sue osservazioni per una femminista.

          • rockandfiocc

            10/02/2016 alle 5:51 PM

            Le ho spiegate su Snapchat leggendo dei passaggi.
            In generale è bigotta, estremista religiosa e retrograda PERO’ ha alcune idee giuste sul modo di vivere il rapporto di coppia, per esempio spiega come le donne di oggi con la smania di essere indipendenti stiano perdendo di vista il rapporto di coppia e stiano facendo cose che non le aiutano a tenersi un uomo, e non è lavorare eh (lei sostiene che tutte le donne in fondo si vogliano accoppiare e che debbano convincere gli uomini a sistemarsi)
            Spiega il fatto che gli uomini sono semplicemente diversi da noi su vari punti e li va ad illustrare, dicendoci di non incaponirci a volere cose che non succederanno mai (tipo che ci ascoltino in ogni momento o che diventino praticamente delle amiche. Gli uomini sono uomini e nessuna donna vuole stare con la sua migliore amica)
            Parla di come certi comportamenti femminili nuociano alla coppia, come come il marito che torna a casa da lavoro e la moglie che gli dice “ah bene, adesso il bambino te lo ciucci tu” e altri che lei sicuramente conosce, avendo 4 figli.
            Il suo definire la donna “sottomessa” va poi interpretato, lei non vuole dire che appena il marito torna bisogna solo mettergli le ciabatte e farlo accomodare per un drink (o meglio, lei sostiene che bisognerebbe farlo ma non sono d’accordo), vuole dire che bisogna essere la sua spalla e il suo sostegno, la donna deve stare sotto di lui nel senso che deve sostenerlo e a volte tapparsi la bocca per poi vederne i frutti più tardi, essere paziente e accomodante perché è più nel suo carattere e praticamente è quella che lo sa fare meglio e che sa aiutare di più la coppia.
            Oppure ha delle idee molto giuste sull’educazione dei figli, che non devono essere trattati come adulti quando sono solo dei bambini.
            Parla del fatto che tutti voglio mantenere dei rapporti aperti e moderni e alla fine se ne ricava solo sofferenze (un po’ il concetto di “amore liquido” di Bauman).
            Insomma vari punti sui quali concordo. Pochi eh, nella totalità dei due libri…

        • Quevedista

          10/02/2016 alle 12:30 AM

          Ridurre il femminismo a sesso e soldi secondo me è riduttivo nella misura in cui è ciò spesso lo fanno le stesse femministe. Nel senso che la libertà delle donne non dovrebbe stare solo in quello. Era una provocazione. Sono la prima a rendermi di conto di poter fare cose che già solo per mia mamma sono inconcepibili e per quanto riguarda
          l’invidia verso i miei avi era ovviamente una provocazione. Su una cosa però avevano ragione: la virtù sta nel mezzo.
          Poi non capisco che “diritto” sia non aver rispetto del proprio corpo, anche da parte del sesso maschile. Sul fatto che nessuno voglia ma soprattutto debba lavorare gratis, su quello sono d’accordo tutti, anche gli uomini.
          Detto questo mi scollego definitivamente e a malincuore perchè a quanto pare il confronto a questo mondo è tanto osannato ma resta un’utopia. In bocca al lupo con la tua ricerca Giulia! Se ti serve aiuto per le traduzioni la mia mail ce l’hai già.

          Rispondi
          • Annarella

            11/02/2016 alle 2:53 AM

            Ma via, confrontarsi significa anche saper sostenere dei toni accesi e appassionati purché ovviamente non si scada nell’offesa.
            Il punto mi sembra un altro, ossia non trovo sostanza e proposte in ciò che elenchi. E mi spiace, perché questi argomenti mi interessano molto e ho la presunzione di credere che dovrebbero interessare ogni donna; nel tuo commento però non trovo spunti, dici laconicamente che anche gli uomini sono d’accordo che nessuno debba lavorare gratis e io potrei risponderti che – come sempre – a parole siam bravi tutti ma l’esperienza insegna il contrario, moltissimi uomini non credono neppure che esista un wage gap!
            Infine, cosa significa “non aver rispetto del proprio corpo”?

  11. MariaL

    09/02/2016 alle 7:01 AM

    Ciao Giulia! A questo proposito ti consiglio di vedere gli ultimi video youtube di cimdrp (il nome dell’account), è una ragazza molto interessata a queste tematiche (ha anche un blog, bossy.it). Negli ultimi video ha spiegato ad esempio la differenza tra maschilismo e femminismo, e del perché non siano la stessa cosa

    Rispondi

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