Il 2016 è stato un anno di cambiamenti: ho cambiato tre case a Milano, sono tornata single e la mia famiglia ha deciso di traslocare dalla campagna al centro di Parma. Per me questa è stata una notizia funerea, seguita da un solo pensiero: CHE FINE FA LA MIA STANZA?

La mia stanza è il mio regno: chi mi segue sul blog dal lontano 2009 si ricorderà i primi post da lì e tutti i miei amici sanno che tutta la mia vita è rinchiusa in queste quattro mura. Fotografie, poster dei miei film preferiti, i miei diari dalle elementari in poi, le mie centinaia di libri, i quaderni con i collage di moda, i cd che riascoltavo allinfinito… avendo genitori parecchio severi e una madre maniaca del controllo, fino ai 18 anni uscivo raramente, quindi le mie giornate scorrevano alla scrivania, dove ho letto mille libri, ho sognato di lavorare nella moda, ho ascoltato ore e ore di Radio Deejay, ho provato le coreografie delle lezioni di hip-hop, ho telefonato alle mie amiche sdraiata sul pavimento…

Ho fatto impacchettare i libri a mio fratello, raccomandandomi di mantenere la divisione corrente (per nazionalità dell autore e per lingua) e poi mi è toccato staccare foto e poster uno per uno, imballare le Barbie e i diari e buttare via tantissime cose.

Non vi dico il colpo al cuore quando mio padre mi ha timidamente detto che l’armadio e il letto non sarebbero entrati in casa nuova , che la mia camera adorata sarebbe diventata LO STUDIO e che le rare volte che tornerò a casa un comodo divano letto mi aspetterà tra i libri e i documenti di mio padre. LACRIME.

Il problema del diventare grandi è che non si ha più una stanza tutta per sé. Si ha un bilocale con il fidanzato, con un salotto e una camera da letto (dove di sicuro non posso attaccare il poster de “I Tenenbaum”), oppure si va a stare in una casa con tante stanze, con altre persone. Io però torno a vivere in un monolocale. Che sia il momento giusto di trasformarlo in una versione adulta della mia amata cameretta?

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Ricordo perfettamente da dove vengono tutte le cose che ho in camera: ho rubato il poster di Lost in Translation quando sono andata a vederlo al cinema a Parma. Le locandine di mostre di Degas e Newton vengono da musei. Il collage degli Oasis è stato messo insieme con amore da me. Le fotografie delle pubblicità di Calvin Klein erano la mia ossessione da piccola.

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Dietro il letto c’è la versione stampata di un quadro a casa di mia nonna, un ritratto di mia mamma all’età di 10 anni circa. I poster li ho comprati in un negozio di Parma in via Repubblica (c’è ancora?)

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“the kingdom of eccess”. Pensavo rappresentasse a sufficienza la stanzaTORACASA-6

Sopra l’armadio ci sono i diari e tutti i bigliettini che mi sono scambiata con le mie amiche dalle elementari in poiTORACASA-7

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nella libreria: la fila di dizionari, la fila di classici greci e romani, i libri in inglese, i dvd e i manga, i libri per l infanzia

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sul comodino: foto della mia famiglia, io e la mia migliore amica alla nostra festa dei 18 anni, una sveglia Fiorucci

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Dietro la porta: poster di Audrey dal film “Come rubare un milione di dollari”, poster di Pulp Fiction, poster di “I Tenenbaum”, poster di “the O.C”TORACASA-29

I miei libri e una lampada Kartell, regalo del mio fidanzatino dei 18 anni. Lo stesso che ha disegnato quell’acquarello di Stain boy (tratto dal libro “the melancholy death of oyster boy” di Tim Burton, bellissimo)

A questo punto avevo già staccato molte cose, dal calorifero e da quella striscia verde che vedete, che era tappezzata di cartoline

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Mi rifiuto di buttare le BarbieTORACASA-33

Ho passato ANNI a mettere insieme quaderni di collages. I miei pensavano fossi pazza,stavo tutto il giorno a ritagliare riviste

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Questo è tutto quello che rimane, un po’ di foto per ricordarmi com’era la mia vecchia vita!

Le foto sono di Samuel Acevedo

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20 Commenti

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  1. Olivia

    27/09/2016 alle 4:41 PM

    Ciao Giulia!
    E’ bellissimo quello che hai scritto.
    Mi rivedo in te: anch’io conservo ancora tutti i diari dalle elementari in poi, i bigliettini, i ritagli delle riviste, le Barbie… pensavo di essere l’unica pazza a farlo, invece ci sei anche tu 😀
    Tra qualche mese lascerò la mia cameretta per andare a vivere con il mio fidanzato.
    Mia madre ha già avuto la premura di comunicarmi che quando me ne andrò quella diventerà “la stanza del cucito” 🙁 mi veniva da piangere! E anche leggendo questo post mi viene un pò di malinconia.
    Però la vita va avanti, DEVE andare avanti!
    Ti abbraccio!

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  2. Ale

    09/09/2016 alle 8:42 AM

    Davvero bel post Giulia, hai davvero personalità e una mente eclettica. Non è un caso che tu sia l’unica blogger che seguo, l’unica davvero simpatica, naturale e vera esperta di moda.

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  3. Sarah

    30/08/2016 alle 10:07 AM

    Già solo per il collage degli Oasis ti amo ❤️

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  4. cec

    29/08/2016 alle 8:27 PM

    bel post e belle foto 🙂 aspettiamo di vedere il nuovo nido!

    ps. bello il costume nero e bianco su snapchat, di che marca è? grazie

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  5. Ali

    29/08/2016 alle 4:41 PM

    Che bel post! E bella tu ^-^

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  6. S.

    29/08/2016 alle 3:35 PM

    A me è scesa la lacrimuccia.
    Sembra uno di quei film dove ti affezioni al personaggio (qui “la cameretta”) anche se sai già che non ci sarà un happy ending!
    Le foto, poi, sono bellissime.

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  7. Chiara:)

    29/08/2016 alle 2:29 PM

    Bellissimo post Giulia! L’affetto che provi per quelle quattro mura si sentiva, davvero.
    Io non ho ancora mai traslocato, ma comprendo i tuoi sentimenti; io la mia camera la devo poi dividere con mio fratello ma ho i miei angolini dove solo io sto davvero bene.
    Quoto l’idea di fare del monolocale una “total camera” 😉

    un abbraccio,
    Chiara

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  8. Eli

    29/08/2016 alle 12:19 PM

    Le camerette del cuore si scordano ancora meno del primo amore… Forse per tutti i sogni che ci sono passati. Si diventa grandi, “adulte”, ma certe cose ci rimangono attaccate.. Anch’io ho tenuto una delle Barbie e qualche vestitino cucito dalla sottoscritta con l’aiuto delle nonne… Invece dei collage di moda, ho volumi di articoli di riviste. Tieniti stretti i tuoi ricordi, stellina, ma solo quelli importanti: a volte i traslochi (con le inevitabili scremature), servono a tenere e ricordare le cose davvero importanti (come poi succede i cambi di armadio). Ciao dalla Zietta.

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  9. Elisa

    29/08/2016 alle 12:13 PM

    Grazie Giulia anche se non c i conosciamo di persona mi sembri una cara amica..mi sono rattristata x la recente fine della tua storia ed ora con questo racconto della tua stanza mi hai commossa perché mi sono rivista in pieno! Ti auguro di creare presto il tuo nuovo “nido”! Un abbraccio Ellison

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  10. Emi

    29/08/2016 alle 10:38 AM

    Ma che post meraviglioso! Hai espresso un argomento che quasi mai si affronta.
    Io quasi mi vergogno a dire di essere attaccata alla mia cameretta e, pur non vedendo l’ora di cambiare casa e “crescere”, avere già un po’ di malinconia al pensiero di abbandonare quello spazio tutto mio.
    I miei da piccola non mi permettevano di attaccare nulla al muro quindi è relativamente “poco personalizzata” però ormai ci sono affezionata e poi vuoi mettere, è uno spazio tutto mio!
    La tua camera è bellissima, la adoro pur avendola vista solo in foto. Post adorabile 🙂

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  11. Mele

    29/08/2016 alle 10:23 AM

    Post stupendo amica mia <3

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  12. eli

    29/08/2016 alle 10:09 AM

    i tuoi quaderni pieni di collage sono gli antesignani dei general mix!!

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  13. MadameLaGruccia

    29/08/2016 alle 10:06 AM

    Sai, leggere questo post mi ha fatto scendere una lacrima interiore (..solo perchè solo a lavoro e posso piangere solo nella mia testa!)

    Da che ne ho ricordo, ho dovuto smantellare, imballare, sballare e ricostruire la mia cameretta un macello di volte. Il mio papà lavora in banca, e ciò ha comportato innumerevoli trasferimenti, in media ogni 3 anni…(L’Aquila batte il record, 8 anni).

    Varese, Taranto, Chieti, Bari, L’Aquila, Lecce, Prato, Firenze, una breve parentesi a Pescara e un periodo di cameretta parallela a Bologna mentre facevo l’uni. E oggi, Milano…

    Quando ero piccola tutto sommato mi divertivo, c’era sempre la sensazione della novità a tenermi allegra. Poi crescendo è diventato tutto più complesso, e l’apice della tragedia l’ho raggiunto a Bo, quando ho dovuto lasciare la casa una volta laureata. Ho pianto una settimana mentre smantellavo la mia camera. Mai sentita così smembrata.

    L’ho fatto tante volte e non mi sono mai abituata. Ogni volta mi immergo nei ricordi, butto cose, ordino, scopro oggetti che non ricordavo. Fa bene al cuore, ma a volte fa male. Spero sempre che il prossimo trasloco sia l’ultimo…

    Tutto questo per dirti che sì, lo capisco. E’ brutto. Anche se lo fai una volta sola e resti nella tua città. Ognuno ha bisogno di un angolino fisso di mondo.

    Ti abbraccio forte.
    Ang

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  14. G.

    29/08/2016 alle 2:15 AM

    La tua cameretta è spettacolare, sembra quasi il set di una commedia teen anni ’90! Ho amato questo post, Giulia!

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